Nel centenario dell’istituzione dell’Albo, gli ingegneri chiedono un maggiore coinvolgimento della categoria da parte del legislatore nel momento in cui debbano essere fatte delle scelte normative che coinvolgano degli aspetti tecnici sui quali i professionisti sono chiamati a intervenire.
Alle celebrazioni per il centenario dall’istituzione dell’Albo degli Ingegneri Italiani (1923-2023), svoltesi a Roma alla sede dell’Università Pontificia Urbaniana, era presente anche la vicepresidente dell’Ordine della Provincia di Sondrio Cinzia Capelli.
La giornata del 23 giugno è stata preceduta nella serata di giovedì da un momento conviviale di reciproco scambio di informazioni ed esperienze tra i rappresentanti degli Ordini intervenuti ed i membri del Consiglio Nazionale, tenutosi alla panoramica Terrazza Caffarelli nel centro storico di Roma. Numerosa la rappresentanza degli Ordini lombardi. La vicepresidente Capelli ha riportato impressioni positive circa i temi trattati e le discussioni che si sono svolte durante la due giorni, condividendo la costruttiva esperienza in particolar modo con i rappresentanti delle vicine Lecco e Bergamo, ma anche di Bolzano, Cremona e Viterbo.
Il convegno del centenario, moderato da Skytg24, si è aperto con l’intervento del rettore dell’Università Pontificia, padre Leonardo Sileo, che, citando Papa Bergoglio e Cicerone, ha sottolineato <<l’importanza dell’aspetto morale nell’esercizio della nobile professione dell’ingegneria>>. A seguire, il presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri Angelo Perrini, dopo aver fatto un excursus storico dalla costituzione dell’Albo a oggi, ha posto l’accento sulle sfide attuali e future che la professione deve affrontare.
Sempre sullo sfondo dell’importante valenza del ruolo dell’ingegnere e della realtà ordinistica per l’intera società civile, l’attenzione si è poi focalizzata sui temi di maggiore attualità quali la nuova legge elettorale per il rinnovo dei consigli territoriali, il testo unico dell’edilizia e il ruolo degli Ordini nel contesto europeo.
Numerosi gli interventi di esponenti del governo nazionale e del Comune di Roma, che hanno sottolineato l’importanza della sussidiarietà tra ingegneri ed enti locali portando a titolo di esempio i proficui risultati ottenuti in occasione della ricostruzione post-sisma e il ruolo dell’ingegneria informatica nella digitalizzazione della Pubblica amministrazione.
Non sono mancate le critiche costruttive da parte di alcuni past-president circa la necessità che gli ingegneri siano coinvolti già nelle fasi di proposta di leggi e che non vengano, quindi, soltanto costretti a intervenire in coda con osservazioni e proposte di emendamento, soprattutto per tutto quanto concerne le norme tecniche sulle costruzioni, il codice dei lavori pubblici, i meccanismi di incentivazione alle ristrutturazioni edilizie e, non da ultimo, le azioni di contrasto al dissesto idrogeologico.
Ciò al fine di portare in tutta la società civile e nelle nostre realtà amministrative il metodo ingegneristico della scienza applicata di cui il nostro Paese avrebbe tanto bisogno per fare scelte lungimiranti, agendo in modo concreto e pianificato per dare soluzioni ai tanti problemi del nostro tempo in tempi certi e a costi misurabili.
L’addetto stampa – Riccardo Carugo